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Parlare di disabilità senza rompere le scatole a chi non ha di questi problemi e che - anche solo per scaramanzia - non vuole neppure sentirne parlare. E senza aumentare la dose di problemi a chi invece la disabilità la vive quotidianamente e ne ha le scatole piene di sentirne anche solo parlare.
Accogliere la richiesta di un dirigente scolastico di un comprensivo di Carpi che nel 2008, appena arrivato, domandò in consiglio di istituto ai genitori presenti se conoscessero associazioni del territorio interessate a realizzare progetti da costruire assieme alla scuola.
Due richieste che potevano, con un po’ di fortuna, incrociarsi e diventare opportunità.
Tra quei genitori, nel consiglio di istituto del Comprensivo Scolastico Carpi Tre dell’anno scolastico 2008-2009 c’era anche il presidente dell’associazione Il Tesoro Nascosto. Che grande occasione! La scuola che chiede alle associazioni direttamente con il suo vertice e non le associazioni che elemosinano una collaborazione sperando trovare un insegnante appassionato. Il Tesoro Nascosto aveva l’occasione per trasmettere il valore dell’inclusione, della diversità dalle materne e fino alle secondarie di primo grado senza annoiare, anzi, coinvolgendo i ragazzi e i loro genitori in iniziative ludiche, divertenti, coinvolgenti. Che splendida opportunità!
Così nacque “Nati per Vincere?”. Il nome è il frutto della proposta di una insegnante delle Collodi, madre di un ragazzo disabile. Noi abbiamo solo aggiunto il punto interrogativo. Nella quarta edizione abbiamo introdotto anche il sottotitolo “la disabilità fa cultura”, molto apprezzato dai titolisti dei giornali. L’idea è arrivata da una ragazza trentenne che ci ha dato una mano volontaria e gratuita per l’organizzazione e per la comunicazione.
“Nati per Vincere?” è cresciuto assieme alla crisi ed ha attraversato il terremoto. E’ nato con due gambe: Il Tesoro Nascosto e il preside Attilio Desiderio, quello che nel 2008 cercò collaborazione con il territorio per proporre iniziative assieme alla sua scuola.
Poi sono cresciute tante altre gambette, molto utili per far diventare “Nati per Vincere?” grande e per farlo correre più forte. Il Comune di Carpi, che non ci ha mai abbandonato, la Fondazione Cassa di Risparmio, i Lions A.PioAngelo Po Grandi Cucine, l’Anmic, e tanti altri piccoli donatori. Gambette che periodicamente cambiano, ma di volta in volta importantissime perché da gambe diventano subito teste, braccia, idee sempre nuove e, perché no, anche sostegno economico.
In quattro anni queste gambe hanno portato le nostre iniziative di spettacolo, teatro, cinema e letteratura dall’aula magna delle Collodi alla Loria, al Teatro Comunale, per raggiungere infine Piazza Martiri. E’ un percorso simbolico di crescita, di “conquista” della città. Con il noiosissimo tema della disabilità abbiamo raggiunto il cuore di Carpi e forse anche quello dei carpigiani.
Tutto con il volontariato. E’ il nostro vanto: tutto con il volontariato. Quello puro, fuori dalla politica e fuori da logiche di guadagno.
Gli autori di poesie e racconti che scrivono da tutta Italia per il concorso letterario che si rinnova in ogni edizione ci mandano mail o ci telefonano trattandoci come una azienda super-organizzata. Lo capiamo perché a volte si lamentano dei nostri ritardi alle loro richieste, o delle nostre inadempienze per dimenticanza o mancanza di tempo. L’approccio è quello di chi protesta con la Telecom, o con l’Enel, o l’Aimag. Quando spieghiamo loro chi siamo, quanti siamo e come facciamo le iniziative, allora tutto si trasforma, tutto diventa umano, spariscono le pretese e subentra l’empatia. E’ un altro nostro vanto. Riportare a quei rapporti umani da tutti evocati ma da pochi praticati.
“Nati per Vincere?” è nato all’inizio della crisi ed ha attraversato il terremoto. L’edizione 2013 si è sviluppata al culmine della crisi e pochi mesi dopo il sisma. Due elementi che hanno eliminato tutte le gambette del sostegno economico “istituzionale”, dirottato giustamente verso le emergenze.
Nonostante questo, l’edizione appena terminata è stata però quella che ha offerto di più, in termini di eventi proposti e di articolazione delle iniziative. Allo spettacolo, al cinema, agli incontri con artisti , attori, ballerini, abbiamo aggiunto approfondimenti e provocazioni utili per alimentare il dibattito. Cultura appunto, come ha pensato la volontaria Nadia Luppi quando ha proposto il sottotitolo “la disabilità fa cultura” a nati per vincere con già il punto interrogativo. Quella cultura che anche la disabilità è evidentemente in grado di creare.
L’edizione post sisma non ha avuto contributi di importi significativi, lo abbiamo realizzato con i fondi residui dell’anno precedente e con piccole donazioni ricavate dai mercatini, dalle cene, e dai contributi volontari di tanti cittadini. Non c’era un soldo ma si è fatto di più. Probabilmente abbiamo dato ancora di più ai nostri autori extraterritoriali l’immagine di una grande azienda super-organizzata. Ma fare di più senza soldi è possibile? Si, se interviene massicciamente, come è successo con noi, il volontariato. Quello puro, quello non codificato.
Da tempo si dice che con la crisi economica calano i soldi ma aumenta la solidarietà. Noi abbiamo avuto il privilegio di vivere in prima persona questa esperienza. Possiamo confermare che tutto è assolutamente vero. I soldi sono stati sostituiti con il tempo. Si è dato precedenza ai rapporti umani prima che al denaro. Ad esempio, quella che qualche anno fa sarebbe stata per tanti una prestazione a pagamento (con meno pretese perché fatta per una associazione di volontariato) questa volta è stata offerta gratis.
E’ il segno di una società che non vuole rassegnarsi al declino, di una società che si trasforma, che riscopre valori positivi che sembravano dimenticati per sempre. Sono aspetti da vedere con assoluta positività. Ancora una volta l’Emilia che reagisce, l’Emilia che non si rassegna, l’Emilia che dimentica l’individualità e cerca il lavoro di gruppo.
Entusiasmante. Ma rigorosamente a breve termine. Da non pensare come modello da qui a venire. A meno che non si decida di vivere di auto sussistenza e di tornare una volta per tutte al baratto.

Nelson Bova - Pres. Il Tesoro Nascosto onlus