"Sabrina non lo ha chiesto"
Un romanzo di Nelson e Letizia Bova Edizioni Jar Bologna pag. 185
Audiolibro 4h 30' letto dall'attrice Pina Irace pensato per non vedenti, ipovedenti, dislessici
Illustrazioni degli studenti della “School of Interactive Digital Media - Nanyang Polytechnic” - Singapore
Il difficile rapporto tra i giovani e internet, la libertà di pensiero dell’essere umano oscurata dalle tecnologie informatiche. Un romanzo che vuole far divertire ma soprattutto far riflettere sulla presunta democrazia della rete, raccontato a due mani da una adolescente e da un giornalista, di una figlia e di un padre. Con il linguaggio della storia, dei miti di oggi e degli anni ’70, della fantascienza e di un futuro verosimile.
Suggerito da 12 anni.
quarta di copertina:
Inebriati dalle immense potenzialità dell’informatica, privi di ogni residua capacità critica e facili prede della demagogia, gli uomini vivono un distruttivo senso di onnipotenza.
Travolti dall'effimera realtà di internet, si nutrono del cibo fotografato su chiavette USB e navigano nei sogni, evoluzione della leggendaria rete di perline e piume dei nativi americani. I protagonisti non sono però gli abitanti di un ipotetico futuro ma proprio i settecenteschi indiani con tanto di tepee e costumi tradizionali.
Una ragazzina finisce in questa comunità senza spazio né tempo. Naviga in sogni dove ogni passato è un contemporaneo presente. Incontra la preistorica Lucy, gli antichi greci, Cristoforo Colombo, un gruppo di operai durante le proteste di piazza negli anni ‘70 e altri personaggi che hanno scritto la storia dell’umanità.
Sabrina avrà il privilegio di vivere nel passato ma anche in un verosimile futuro, suo e dei suoi coetanei. Un futuro che i ragazzi di oggi hanno ereditato e che non possono esimersi dall'affrontare.
Come nasce “Sabrina non lo ha chiesto”?
I personaggi, le storie, le ambientazioni di “Sabrina non lo ha chiesto”, nascono dai ricordi elaborati e romanzati della mia adolescenza . Ma non sono ricordi intimi, personali. I personaggi che abitano il romanzo sono quelli mitizzati dall’intera generazione che alla fine degli anni ’70 si avvicinava alla maggiore età: il senso di ingiustizia ma anche la simbiosi con la natura, che per noi ex ragazzi erano rappresentati dagli Indiani d’America; le lotte operaie, ma anche i personaggi fortemente identitari studiati a scuola , da Garibaldi, a Leonardo, a Cristoforo Colombo. E una idea di futuro che, a differenza di oggi, coincideva con speranza e sogno.
L’elaborazione di questi ricordi, 30 anni dopo sono diventati favole da raccontare a mia figlia, per farla dormire. Il buio serale della sua cameretta, per 4-5 anni, si trasformava in un luogo dove questi personaggi hanno vissuto, assieme a me e a Letizia, personaggio tra i personaggi, che dei racconti ne modificava e ne “ringiovaniva” lo svolgimento.
Abbiamo registrato con un mp3 tutte le nostre invenzioni fantastiche. Quando Letizia è diventata più grandicella le abbiamo rielaborate, unendo da due punti di vista inevitabilmente molto diversi il rapporto tra i giovani e le tecnologie, le relazioni tra le persone ai tempi di internet nei telefonini, del “sono fisicamente qui ma in realtà non ci sono”, e l’illusione della democrazia della rete.
Un romanzo che esprime due generazioni con aspettative per il futuro drammaticamente diverse che nello stesso luogo raccontano il presente attraverso il passato ed un verosimile futuro .
Forse la vera sintesi di “Sabrina non lo ha chiesto” la esprime però la copertina, realizzata, come tutti i disegni all’interno della versione cartacea del romanzo da ragazzi in questo caso di un luogo decisamente lontano: una ventina di studenti universitari di Singapore, aspiranti illustratori.
Forse lo hanno sentito un po’ come loro, questo romanzo. Racconta un po’ la loro situazione, l’illusione che internet possa da solo esprimere appieno la democrazia. Singapore, il Paese dove più di ogni altro luogo al mondo l’accesso alla rete e alle comunicazioni è alla portata di chiunque, ma il Paese dove la stessa rete e tutti i media sono sotto il controllo di un unico soggetto.
Assieme al libro abbiamo fatto anche l’audiolibro, letto dall’attrice Pina Irace e arricchito da rumori e suoni che rendono più coinvolgente l’ascolto. La versione da ascoltare, corredata da rumori, l’ho voluto non solo per mia figlia, ma anche per tutti quelli che hanno difficoltà visive o di comprensione della parola scritta.
Tutto il ricavato del libro, edito dalla casa editrice Jar di Bologna , sarà devoluto all’associazione di genitori con figli disabili “Il Tesoro Nascosto”, associazione della quale faccio parte.
Nelson Bova